Storia del profumo – Sant.M

Spruzzarsi il profumo al termine di ogni rituale di agghindamento è un pezzo importante di storia. Ogni civiltà antica aveva le sue usanze.

Nell’antico Egitto

Il rituale di profumazione si dice risalga al 3000a.C. quando gli Egizi attribuirono alla profumazione una duplice connotazione: una SACRA e una PROFANA. Nella sfera religiosa il profumo era conosciuto come “sudore divino” veniva utilizzato per mettersi in contatto con i defunti mentre nella sfera profana oli, balsami e pomate profumate venivano spalmate nel corpo della donna come rito di seduzione.

Nella Grecia antica

Anche nel 1500a.C. il profumo presentava una connotazione sacra in quanto, secondo gli elleni, esso aveva il potere di rivelare l’esistenza di divinità, soprattutto durante i funerali dove il defunto veniva avvolto in lenzuola profumate e poi bruciato insieme a violette, rose e gigli, simboli dell’eternità.

antico contenitore per il profumo

Nell’impero Romano

La parola profumo deriva dal latino “per fumum” che significa “per fumo. Questo perché i sacerdoti, per chiedere benevolenza agli dei, gettavano su bracieri unguenti profumati, creando una grossa nube di fumo profumata che saliva fino al cielo. Nell’ impero romano erano molti in contesti sociali dove l’uso dei profumi era diffuso, come per esempio negli “unctorium” cioè delle terme dove i patrizi andavano per farsi massaggi con profumi e oli profumati, oppure nei banchetti, dove acqua e oli profumati venivano sparsi su tavoli e triclini destinati ai commensali.

Nel medioevo

L’usanza di profumarsi fu mantenuta anche in questo periodo. In particolare, si adoperavano profumi per aromatizzare i bagni, oppure al momento dei banchetti, quando venivano offerte agli invitati delle bacinelle d’acqua profumata per sciacquare le mani tra un pasto e l’altro. Tentarono anche, dopo l’arrivo della peste in Europa, di utilizzare oli, fumi per cercare di contrastare il contagio.

Sempre durante il Medioevo la storia del profumo conobbe un momento di svolta essenziale. In terra salernitana, infatti, fu scoperta la distillazione dell’alcool, la quale sostituì l’olio nella composizione dei profumi stessi. Poco più tardi nacque il primo profumo con nome, la cosiddetta “acqua di Ungheria”: una fragranza creata appositamente per la regina Elisabetta di Ungheria sulle note di rosmarino e lavanda.

Nel rinascimento

Periodo cardine della storia del profumo, quando il processo di distillazione venne di gran lunga migliorato e fu ricercata maggior qualità nelle spezie e negli odori. Vaniglia, cacao, cannella, tabacco, pepe e altre materie prime d’eccellenza cominciarono infatti a entrare nel novero degli ingredienti dei profumi più pregiati.

 L’arte profumiera continuò ad essere tramandata a Firenze e in tutta Italia, ed in particolare nei monasteri dove si amava sperimentare nuove essenze e spezie.